Sapete cosa significa shelf life? Il termine indica letteralmente “vita da scaffale” e fa riferimento al tempo massimo di consumo dell’alimento conferito dal produttore.
Alcuni alimenti hanno una durata molto breve come ad esempio latticini e prodotti carnei freschi, altri invece possono avere un termine che supera i tre anni e oltre come nel caso degli ortaggi pronti al consumo in scatola.
Dipende ovviamente da quanto stabile è l’alimento, dalla sua natura, o dai particolari processi di produzione da cui deriva. E’ possibile quindi leggere “da consumarsi entro..” , “scade il”, oppure “da consumarsi preferibilmente entro …..” .
La prima forma indica un termine perentorio di consumo dell’alimento oltre il quale può essere messa a repentaglio la salute del consumatore. La seconda formula invece esprime un limite temporale più o meno preciso entro cui il prodotto mantiene le proprie caratteristiche qualitative, se sono state rispettate le adeguate condizioni di conservazione.
Ciò significa che alla data indicata in etichetta, il prodotto può ancora possedere le sue caratteristiche specifiche e non va pertanto considerato pericoloso. In altre parole il TMC (Termine minimo di conservazione, differente quasi sempre dalla scadenza per il “preferibilmente” ) indica un limite della garanzia qualitativa del prodotto espresso come peculiarità organolettiche quali freschezza, fragranza, aroma ecc..
Ma non è in questo caso inficiata la genuinità del prodotto. In entrambi i casi i limiti delle date indicate dal fornitore hanno validità a condizione che il prodotto sia ancora nella sua confezione integra e ben conservata cosi come indicato nelle modalità generalmente presenti nello stesso campo visivo dell’etichetta;
Una volta aperta la confezione decade ogni garanzia del fornitore pertanto va consumato nel più breve tempo possibile. Un consiglio: fare sempre attenzione alla scadenza prima della scelta all’acquisto, cercando di scegliere i prodotti con una scadenza più lontana nel tempo.
Un piccolo accorgimento consiste spesso nel cercare i prodotti più arretrati nell’esposizione alla vendita a dispetto di quelli più esterni perché normalmente viene seguito un metodo di rotazione delle scorte nel “refilling” degli scaffali espositivi.
Una regola su tutte: non esistono alimenti eternamente edibili… tutti gli alimenti subiscono un deterioramento nel tempo, sia esso di natura microbiologica che chimica. E’ solo un problema di tempo….
Ma non tutti i prodotti alimentari possiedono una data di scadenza specifica. Ad esempio, sui prodotti “preincartati” presso gli stessi negozianti è possibile leggere solo una data di incarto, soprattutto quando si tratta di prodotti sfusi lavorati e confezionati in loco ( es. un prosciutto od un formaggio grattugiato, o affettato e confezionato in reparto).
In questo caso la data di confezionamento funge da “indice di freschezza” ed è bene scegliere ovviamente i preincarti con data più recente.